Biancamannu
- 10/07/2012 01:53:00
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"Tout ce tient" dans <ALa Recherche du temps perdu>. Marcel riesce a cogliere gli aspetti più diversi del vivere - inattesi e quasi incoerenti per il lettore sprovveduto - e a congiungerli sapientemente, tramite la sua acuta e raffinata sensibilità, con una, altrettanto formidabile e tridimensionale, prensione estetica e intensione etica.Non moraleggiante o moralistica. Il brano <La prigioniera>,proprio riferendosi- salvo una mia défaillance di memoria - ad Albertine ,costituisce uno specifico saggio proustiano della potenza dellimmaginario unita al potere creativo della parola su sfondi resi superbamente dinamici dalla sapienza descrittiva- ancora parola. Mediante simili elaborati intrecci lArtista costruisce personaggi squisitamente unici e vivi, che egli ama e volubilmente detesta, come accade con le proprie creature ribelli, che tuttavia riesce a rendere plasticamente flessibili nellassecondare il suo gioco demiurgico e perverso, nel quale la seduzione, la momentanea ripulsa, la gelosia, lansia di dominio, si articolano e si svolgono.E sono vita che si vive e si guarda vivere. Daltronde innamorarsi non è forse lattribuzione al partner delle qualità necessarie per dar vita allalterno gioco della fascinazione amorosa, non propriamente e pariteticamente reciproca? E allora ecco lansia,la fatica,la tensione, il progetto in vista di godimenti contemporaneamente fugaci e assoluti. Colui che possiede la forza consapevole del senso e del suo sprofondare,pregusta e gusta il potere di gestire i fili mentali/verbali della volizione e dellazione. Fili che si diverte ad aggrovigliare intorno allo scopo prefigurato - la sua stessa creazione! - ai quali o non consente di annodarsi,oppure, se vi acconsente, impone il proprio diritto/potere di reciderne il viluppo,secondo che decidano la libera, e non frivola, volontà e necessità dAutore.
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Maria Musik
- 09/07/2012 19:40:00
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"... ha subìto profondamente la mia influenza, non può quindi non amarmi, è opera mia." Bisogna spogliarsi di sè ed entrare nei panni del "creatore" della Prigioniera per non risentirsi profondamente di una tale frase. Eppure, vi colgo unautoironia che, un po, mi tranquillizza. E rimango a chiedermi se il Nostro, si celebri in questi suoi architettonici gelati o sorrida della trasposizione ardita, ma efficace, dellarte monumentale nei multiformi dolci, del piacere estetico che scivola gustoso fra palato e gola.
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